La povertà è qualcosa da sconfiggere (sempre che sia possibile) o qualcosa dalle potenzialità nascoste? Gesù si fa povero, il papa ci invita alla giornata dei poveri e noi… ci sentiamo a volte così poveri. Forse distogliere lo sguardo dalla povertà non è la cosa più furba.

Una battaglia tra estremismi e cercatori di dialogo dilania il tempo che viviamo. Non c’è dubbio su quale lato debba porsi la Chiesa (anche se non è scontato che così avvenga). Noi cerchiamo di fare dell’Accoglienza la nostra cifra.

La misericordia Dio che rompe la morte e rinnova sempre la vita… l’avidità dell’uomo che cerca altre ricchezze. Serve una Chiesa che ponga segni nuovi, indichi vie nuove, seppur con radici antichissime. Noi abbiamo ricevuto anche il segno della consacrazione di Giovanna.

La fragilità di Dio che si fa uomo, della fede dell’uomo fragile, e l’assurdità della ricerca della potenza che illude ma ricopre il mondo di bruttura. Il rischio della stanchezza, della resa. Quanti spunti a Natale per la nostra fede.

La guerra non è più lontana, e diventa più urgente combatterla con atteggiamenti che generano pace, comunità, condivisione… che testimoniano il Vangelo di Gesù.

La spiritualità ci porta a considerare la vita concreta per renderla vera, libera, fiduciosa. Cammino a cui siamo chiamati anche come comunità e chiede scelte chiare.

La quaresima è un tempo che ci può purificare dalle nostre divisioni e dai nostri conformismi, anche di fede. Ci apre alla sfida della testimonianza e del dialogo senza confini, certi della propria identità.